Signoraggio: informazione corretta

Arrestato capitano dei carabinieri "Colluso con la 'ndrangheta"

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47born
view post Posted on 19/12/2010, 14:46




Preso da Repubblica

Secondo i magistrati di Reggio Calabria ha fornito notizie coperte da segreto investigativo alla cosca Lo Giudice, anticipando anche provvedimenti restrittivi nei confronti degli appartenenti alla cosca. Ad accusarlo uno dei capi dell'associazione mafiosa che, dopo l'arresto, ha deciso di collaborare con i magistrati. L'ufficiale avrebbe ricevuto in cambio dei suoi "favori" denaro e potenti autovetture di lusso

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REGGIO CALABRIA - Il capitano dei carabinieri Saverio Spadaro Tracuzzi, già in servizio al Centro Dia di Reggio Calabria, è stato arrestato con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione. L'accusa nei suoi confronti è di essere stato colluso con la cosca Lo Giudice della 'ndrangheta, fornendo notizie coperte da segreto investigativo riguardanti indagini in corso ed anticipando l'adozione da parte dell'autorità giudiziaria di provvedimenti restrittivi.

Spadaro Tracuzzi è stato arrestato dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria. Era stato trasferito nei mesi scorsi nella seconda Brigata mobile di Livorno, città in cui è stato arrestato. Nei suoi confronti è stata eseguita un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Reggio Calabria su richiesta della Dda. Spadaro Tracuzzi è stato in servizio a Reggio Calabria prima al Nucleo operativo ecologico, dal 2003 al 2007, e poi alla Dia fino allo scorso mese di giugno.
L'ufficiale dei carabinieri aveva ricevuto un avviso di garanzia il 7 ottobre dalla procura di Reggio Calabria.

E' accusato dal capo della cosca Lo Giudice della 'ndrangheta, Nino Lo Giudice, che da alcuni mesi si è pentito e collabora con la Dda di Reggio Calabria. Lo Giudice, nello scorso mese di ottobre, alcuni giorni dopo il suo arresto, è stato sentito per due giorni nel carcere di Rebibbia dal Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, e dal procuratore aggiunto Michele Prestipino. Il pentito ha riferito, in particolare, della collaborazione che il capitano Spadaro Tracuzzi avrebbe garantito alla sua cosca, fornendo notizie in anticipo su imminenti operazioni della Dda reggina.
L'ufficiale avrebbe anche indicato le cosche interessate da imminenti arresti ed i nominativi dei destinatari dei provvedimenti restrittivi. La fuga di notizia avveniva con la consegna di atti di indagine in cartaceo o in formato elettronico contenenti i nominativi degli affiliati alla cosca indagati o contro i quali dovevano essere emesse ordinanze di custodia cautelare.

Secondo l'ordinanza del Gip del tribunale di Reggio Calabria, il capitano dei carabinieri Saverio Spadaro Tracuzzi avrebbe "concretamente contribuito, pur senza farne formalmente parte, al rafforzamento, alla conservazione ed alla realizzazione degli scopi dell'associazione mafiosa denominata 'ndrangheta operante sul territorio della provincia di Reggio Calabria e sul territorio nazionale ed estero, costituita da molte decine di locali, articolate in tre mandamenti e con organo di vertice denominato "Provincia" e, in particolare, della cosca Lo Giudice, capeggiata da Antonino Lo Giudice, 41 anni". Spadaro Tracuzzi - sempre secondo una nota del comando provinciale dell'Arma reggina - avrebbe fornito "in maniera sistematica e continuativa ad elementi di vertice della cosca Lo Giudice (nella specie, Antonino e Luciano Lo Giudice, 36 anni) notizie coperte dal segreto investigativo riguardanti indagini in corso, in particolare anche anticipando l'adozione da parte dell'autorità giudiziaria. di provvedimenti restrittivi nei confronti di appartenenti alla 'ndrangheta (indicando quali cosche sarebbero state colpite ed altresi' i nominativi di coloro che sarebbero stati arrestati) o l'effettuazione di accessi e controlli da parte della polizia giudiziaria volti alla cattura di latitanti, anche attraverso la consegna di atti di indagine coperti da segreto investigativo, in cartaceo o in formato elettronico, indicanti i nominativi dei soggetti indagati o dei soggetti colpiti da cattura".

L'ufficiale dei carabinieri, durante la sua permanenza a Reggio Calabria, si sarebbe adoperato per "garantire la conservazione, il rafforzamento dell'organizzazione, intervenendo e comunque assicurando il proprio intervento per 'bloccare' accertamenti nei confronti degli esponenti della cosca (come in occasione della perquisizione effettuata il 15 gennaio 2008 nei confronti di Antonio Cortese in una villa in realtà nella disponibilità di Luciano Lo Giudice) ovvero per informarli in modo stabile e continuativo sulle indagini in corso nei loro confronti e sui tempi e modi di adozione di eventuali provvedimenti restrittivi, accettando in cambio la dazione o la, promessa di denaro ed altre utilità, come il pagamento di conti alberghieri e di spese di viaggio, di abiti firmati, di una autovettura Porsche, la concessione in prestito di un'autovettura Ferrari".

Oltre a Nino Lo Giudice, il capo della cosca che ha iniziato a collaborare con la giustizia nell'ottobre scorso, al capitano dei carabinieri aveva fatto riferimento anche il pentito Consolato Villani. Le accuse di Villani sono state poi ribadite da Nino Lo Giudice e trovato riscontro nelle indagini svolte dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria. Il pentito Consolato Villani è stato anch'egli un affiliato alla cosca Lo Giudice.
E' stato lui, tra l'altro, a consentire il fermo il 7 ottobre scorso del boss Nino Lo Giudice, che ha deciso pochi giorni dopo di avviare la sua collaborazione la giustizia. Villani, nelle sue dichiarazioni, aveva parlato a lungo di Spadaro Tracuzzi determinando l'avvio delle indagini a carico dell'ufficiale che si sono concretizzate con l'arresto di oggi, maturato in seguito ai numerosi elementi di riscontro che sono state acquisite alle indagini.
I pentiti, tra l'altro, nelle loro dichiarazioni, indicano Spadaro Tracuzzi come " il maresciallo", facendo riferimento al ruolo svolto dal militare come sottufficiale prima al Reparto operativo del Comando provinciale di Reggio Calabria e poi al Ris di Messina.

Tra gli episodi di corruzione che vengono contestati al capitano Saverio Sapadaro Tracuzzi, ci sarebbe anche il pagamento di viaggi in aereo in Italia ed all'estero e soggiorni in albergo pagati con la carta di credito di Luciano Lo Giudice, uno degli esponenti di spicco dell'omonima cosca della 'ndrangheta. Luciano Lo Giudice, che e' detenuto, è il fratello di Nino, capo della cosca, pentitosi nello scorso di ottobre.
 
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