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| Nel 2004 l'altro rappresentante della Gran Bretagna in Kenya sir Edward Clay, si lamentò della corruzione imperante, commentando che i corrotti ministri kenyoti stavano "mangiando come maiali" e vomitando sulle scarpe dei donatori esteri. Nel febbraio del 2005 (spronato a rendere pubbliche scuse per le sue affermazioni, dato il clamore politico suscitato dai suoi commenti), si giustificò, dicendo che era dispiaciuto per aver usato parole troppo moderate, per aver sottovalutato le dimensioni del saccheggio e per non aver parlato prima.
Se si pensa a un uomo di Stato africano, la prima immagine che viene in mente è quella di una corruzione sfrenata su scala strabiliante. Sembra che quasi non esista leader che non si sia incoronato d'oro, non si sia impadronito di terre, non abbia affidato le imprese satatali a parenti e amici, e dirottato miliardi su conti bancari esteri, e in genere trattato il proprio paese come un gigantesco distributore personale di denaro.
Secondo Trasparency International si calcola che Mobutu abbia saccheggiato lo Zaire per la bella cifra di 5 miliardi di dollari; più o meno la stessa somma è stata sottratta alla Nigeria dal presidente Sani Abacha per essere depositata in banche private svizzere (in seguito furono restituiti alla Nigeria 700 milioni del maltolto). Naturalmente non è mai una sola persona a sottrarre il denaro: ce ne sono state molte e a diversi livelli della burocrazia, che nel corso degli anni si sono indebitamente appropriate di miliardi di dollari.
La corruzione è uno stile di vita
Da la "Carità che uccide" Dambisa Moyo ed. Rizzoli.
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